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Bon Jovi Bounce Cover
Artist: Bon Jovi
Location: U.S.A.
Line-up: Jon Bon Jovi (vocals), Richie Sambora (guitar, background vocals), David Bryan (keyboards), Hugh McDonald (bass), Tico Torres (drums, percussion)
Album: Bounce
Label & Pubblication Year: Mercury, 2002
Tracklist: Undivided / Everyday / The Distance / Joey / Misunderstood / All About Lovin' You / Hook Me Up / Right Side Of Wrong / Love Me Back To Life / You Had Me From Hello / Bounce / Open All Night
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Bon Jovi. Il gruppo rock da classifica per eccellenza. Passano gli anni, passano le mode e loro sempre lì, alla faccia di chi li vuole male (e sono in tanti, credetemi!). Mi fanno ridere quelli che dal periodo post-Keep The Faith li hanno attaccati ripetutamente, accusandoli di essersi ammorbiditi e di aver abbandonato l’Hair Metal anni ’80, non hanno capito che l’Hair Metal era solo un pretesto. Lo stesso dicasi per l’Aor dei primi due album e per il rock springsteeniano di These Days, album bello, ma con troppi riempitivi e con un Sambora troppo in secondo piano. I Bon Jovi sono semplicemente una rock band, che nel corso degli anni ha provato ad adeguare la sua proposta ai tempi che cambiano, senza vendersi sfacciatamente alle mode e provando a mantenere intatti, nei vari contesti in cui si è cimentata, i tratti fondamentali del proprio sound. Pezzi rock energici, ballads sognanti e zuccherose, un briciolo di malinconia: confrontate a tale scopo due album come lo stesso “These Days” e “Slippery When Wet”, due generi musicali completamente differenti, ma che mantengono i tratti somatici caratteristici di Jon e soci. Avevo imputato al precedente “Crush” la stessa colpa che ho imputato all’ultimo Foo Fighters, cioè provare ad accontentare tutti in maniera un po’ sbieca, finendo con l’accontentare in pochi. Mi sembra che con questo “Bounce” ci sia stata una bella ripresa da parte dei nostri, che se ne vengono fuori con un moderno disco rock, adeguato ai giorni nostri, ed ancora una volta in possesso del trademark Bon Jovi di cui si parlava qualche riga più su. L’energia rock di pezzi come “Undivided” (davvero un bel pezzo!), “Everyday”, “Hook Me Up” e “Bounce” (a dire il vero un po’ troppo simile a “It’s My Life” e “One Wild Night”) è pura adrenalina. Il resto del disco si divide invece tra le classiche ballads alle quali Jon e soci ci hanno da sempre abituati, ed una serie di mid-tempos accattivanti e malinconici, come “The Distance” o la bella “Misunderstood”. “Joey” e “Right Side Of Wrong” sono i due lentoni strappalacrime, mentre “You Had Me From Hello” è una bella ballad acustica che si segnala senz’altro come uno degli episodi migliori dell’intero album. In “All about loving you” sembrano addirittura i Chicago intenti a coverizzare “Never Say Goodbye”, senz’altro un’esperienza particolare! Chiude il lavoro “Open All Night”, che, se la memoria non m’inganna, è in realtà un pezzo vecchio che avrebbe dovuto essere incluso addirittura su “These Days” (di cui avrebbe dovuto essere la title-track!). Se proprio vogliamo trovare un difetto, possiamo riferirci senz’altro al numero un po’ eccessivo di ballads, non bilanciatissime con gli up-tempos, che magari alla lunga possono annoiare, anche se fatte piuttosto bene. Diciamo che il ritorno è gradito, però si tratta di un album che non vi farà certamente cambiare idea su di loro se non vi sono mai piaciuti. Insomma, sapete cosa aspettarvi da Jon e soci, adesso tocca a voi scegliere se far vostro questo nuovo capitolo della loro storia o dedicare le vostre attenzioni a qualcosa di diverso.

Recensione Realizzata da Tony Aramini.
Vote: 7